Un secolo tutto d’oro per la Melania di “Via col vento”

Un secolo tutto d’oro per la Melania di “Via col vento”

Morta l’ultima diva della vecchia Hollywood Aveva 104 e aveva vinto due Oscar

Matteo Sacchi  (ilgiornale.it – Lun, 27/07/2020 – 06:00)

È stata una vera leggenda di Hollywood. Nella sua lunghissima vita ha attraversato praticamente tutta la storia del cinema, e lo ha fatto con la calma eleganza della grandissima attrice che non ha mai bisogno di calcare la mano sulla parte.

Stiamo parlando di Olivia de Havilland, morta ieri per cause naturali nella sua casa di Parigi a 104 anni, aggiungendo ai suoi due Oscar anche il notevole primato di essere stata la star più longeva della storia di Hollywood.

La sua carriera attraverso il ‘900 è stata davvero straordinaria. Britannica nazionalizzata statunitense era nata a Tokyo nel 1916 da Walter Augustus de Havilland, avvocato inglese, specializzato in materia di brevetti, e Lilian Augusta Ruse, attrice nota col nome d’arte di Lilian Fontaine. Quindici mesi dopo di lei nacque la sorella minore Joan. Sì, proprio quella Joan Fontaine anch’essa vincitrice di un Oscar (è l’unico caso nella storia di due sorelle che vinsero entrambe la statuetta). Le due sorelle ebbero tutta la vita un rapporto difficile, combattuto a colpi di parti da protagonista nelle principali produzioni hollywoodiane (nel 1975 smisero definitivamente di parlarsi).

Quanto alla De Havilland (se vi frulla in testa, visto che abbiamo parlato di parentele, che fosse consanguinea anche di Geoffrey de Havilland, pioniere dell’aviazione inglese, la risposta è sì) la sua carriera iniziò a decollare con la trasposizione dello shakespeariano Sogno di una notte di mezza estate (1935) di Max Reinhardt e William Dieterle. La sua performance e il suo modo di lavorare sul set piacque a Jack Leonard Warner che la fece Scritturare dalla Warner Bros. Divenne quindi il volto femminile di una teoria di pellicole con canovaccio avventuroso tutte dirette da Michael Curtiz: Capitan Blood (1935), La carica dei seicento (1936) e La leggenda di Robin Hood (1938). Quello che le viene cucito addosso è il ruolo della ragazza dolce ed indifesa che si innamora prontamente del prestante Errol Flynn con cui fa coppia fissa in tutte le pellicole. Le riesce comunque di dare un certo spessore caratteriale al personaggio – Arabella – interpretato nella prima di queste pellicole Capitan Blood, che non per niente viene candidato all’Oscar come miglio film.

Il salto di qualità, paradossalmente, arriva in un film in cui non è la protagonista però. Nel 1939 venne prestata alla MGM per interpretare il personaggio della dolce e coraggiosa Melania Hamilton in Via col vento di Victor Fleming. Il kolossal pullulava di star: Clark Gable, Vivien Leigh e Leslie Howard. Ma la De Havilland riesce a spiccare: quel ruolo resterà la sua interpretazione più celebre e ricordata, con cui si fisserà nell’immaginario collettivo. Tanto che, caso davvero raro, nel 1940 a giocarsi la statuetta per la miglior attrice non protagonista furono due interpreti di Via col vento: lei e Hattie McDaniel, la quale divenne la prima afroamericani a vincere un Oscar per la parte della serva Mami. Intanto la Warner l’aveva rimessa a lavorare a cose più commerciali come I pascoli dell’odio sempre con Errol Flynn (film con molti errori storici ma che ebbe un grande successo al botteghino).

Fu così che la sorella minore, Joan Fontaine, la precedette raggiungendo l’Oscar per prima: nel 1942 lo conquistò come migliore attrice protagonista nel film Il sospetto firmato dal maestro Alfred Hitchcock. Olivia invece era in corsa con il drammatico La porta d’oro di Mitchell Leisen e dovette di nuovo accontentarsi della nomination.

Intanto nel 1943 fece causa a Warner Bros quando lo studio cinematografico provò a mantenerla sotto contratto nonostante fosse scaduto: era stufa di fare sempre la stessa parte. Ma era solo questione di tempo. Il primo Oscar arriva con A ciascuno il suo destino, sempre per la regia di Mitchell Leisen, nel 1946. La parte di una giovane madre costretta a seguire da lontano la crescita del figlio illegittimo avuto da un aviatore morto in guerra commuove pubblico e critica. Segue l’intensissimo Nella fossa dei serpenti del 1948. La sua interpretazione di Virginia Stuart rinchiusa in una clinica psichiatrica avrà due effetti. Il primo: quello di innescare una serie di riforme nei manicomi di molti degli Stati americani Il secondo: farle vincere la coppa Volpi a Venezia nel 1949. L’anno successivo arriva il secondo Oscar per la parte di una giovane e ingenua ragazza ricca in L’ereditiera di William Wyler.

Fu l’apoteosi di Olivia de Haviland che continuò per tutti gli anni ’50 e ’60 a interpretare ruoli importanti, basti pensare a Piano… piano, dolce Carlotta con Bette Davis (le due attrici erano grandi amiche). Ma ovviamente poi i suoi ruoli iniziarono a diradarsi. Si prestò però a diversi cammeo sempre recitati con professionalità eccelsa. È la madre superiora in La papessa Giovanna (1972) di Michael Anderson, anche se è più facile che vi ricordiate la protagonista Liv Ullmann. Si prese il gusto di partecipare anche al disaster movie Airport ’77 e anche all’orrorifico Swarm-Lo sciame che uccide.

Infondo essere Melania non le è mai bastato, anche se la sua icona resterà quella ragazza dolce e sognante. Era un’attrice – dal 2017 anche dama dell’Impero britannico – capace di qualunque ruolo: l’ultima grande regina degli anni d’oro di Hollywood.