Starsky perde Hutch. Addio a David Soul

Starsky perde Hutch. Addio a David Soul

L’attore della serie diventata icona generazionale, recitò anche con Clint Eastwood. E incise molti dischi

Paolo Giordano (ilgiornale.it – 6 gennaio 2024)

Per una inspiegabile casualità, ci sono attori che vanno al di là dei loro ruoli e diventano icone, diventano selfie di una generazione che li porterà con sé per sempre. David Soul è uno di loro. Per chi era ragazzo a inizio anni Ottanta, lui è soprattutto Ken Hutchinson ossia l’altra metà di Starsky in Starsky & Hutch che per Movieplayer è la miglior serie tv degli anni Settanta e per una smisurata quantità di boomer e Gen X (ora le generazioni si definiscono così) è stata un punto di riferimento dell’adolescenza. C’era Happy Days (prima puntata in Italia nel 1977) e c’era Starsky & Hutch, trasmesso in Italia dal 1979. Non erano solo serie, erano stili di vita, vademecum generazionali, dizionari del linguaggio di ragazzi italiani che, per la prima volta nella storia, si confrontavano davanti alla tv con i linguaggi e i codici di un altro mondo. Hutch è morto l’altro ieri a 80 anni in una Londra acquosa accanto alla (quinta) moglie Helen Snell che lo ha ricordato con stile molto hippy: «Il suo sorriso, le sue risate e la sua passione per la vita saranno ricordati dai molti che ha toccato».

David Soul si chiamava in realtà David Richard Solberg, era nato a Chicago nel 1943 da una famiglia di origini norvegesi che gli aveva garantito occhi azzurri, capelli biondi, gambe lunghe e una bella predisposizione ai viaggi, alle esplorazioni, ai cambiamenti. Non a caso aveva iniziato come cantante nel 1967 indossando in tv una maschera da sci e garantendo di voler essere conosciuto «per la mia musica».

Non andò esattamente così.

Dopo alcune parti significative ma non decisive (ad esempio è il poliziotto cattivo in Una 44 Magnum per l’Ispettore Callaghan con Clint Eastwood nel 1973) diventa Hutch nel 1975 nella serie della Abc che è diventata il manifesto di un’epoca, con tutto il corredo di simboli e linguaggi. Starky e Hutch sono due poliziotti molto diversi (uno mangia solo nei fast food, l’altro segue una dieta macrobiotica) in una città fittizia della California (Bay City). Viaggiano su una Ford Gran Torino che chiamano «pomodoro a strisce» e che li accompagna nei peggiori quartieri alle prese con i peggiori criminali.

Ma fin qui niente di che.

Il grande colpo di Starsky & Hutch erano i testi ironici e la forte amicizia tra il biondo Hutch e il moro Starsky (Paul Michael Glaser), una amicizia ai limiti della complicità che ricordava quella di Roger Moore e Tony Curtis in Attenti a quei due. Insomma, Starsky & Hutch diventarono quasi un «brand», un modo di dire. «E chi siete, Starsky e Hutch?»

Un successo gigantesco ma soprattutto spalmato nel tempo, perché negli Usa l’ultima puntata della serie andò in onda il 15 maggio 1979, mentre in Italia fu trasmessa il 4 luglio 1984: allora non c’era mica Netflix e tutto arrivava in ritardo, molto in ritardo. In ogni caso, quando la serie era appena partita in Italia, David Soul era già una superstar negli Stati Uniti e persino i suoi dischi di poco memorabile pop rock finivano al primo posto anche in Gran Bretagna (ma Don’t give up on us e Silver lady probabilmente ci sarebbero andati lo stesso).

Come impone(va) il copione (le star dell’epoca dovevano avere problemi di dipendenze e una fedina penale sporca così), David Soul faticò a disintossicarsi dall’alcol e finì in manette per aver picchiato l’allora moglie Patti Carmel Sherman. E poi iniziò a vagare nel mondo dello spettacolo (apparve anche nello sceneggiato italiano Il segreto del Sahara del 1988) perché quando sei Hutch non puoi essere nessun altro, così come più o meno accadde a Henry Winkler in arte Fonzie.

E forse, nelle sue canzoni (bello il greatest hits Gold del 2020) e nelle sue apparizioni teatrali a Londra (l’ultima è stata un omaggio a Neruda nel 2021) c’era un po’ della malinconia di un attore che avrebbe potuto fare meglio ma che non riuscì a separarsi dal sergente Hutchinson. Difficile oggi capire la capacità identificativa di personaggi del genere perché quell’epoca è finita. Tanto per capirci, neanche un super investimento di Hollywood come Starsky & Hutch del 2004 (con Owen Wilson e Ben Stiller) è riuscito a suscitare grandi entusiasmi. I veri Starsky e Hutch sono comunque rimasti gli originali, anche se vecchi, acciaccati o addirittura in sedia a rotelle come David Soul qualche anno fa. In una celebre foto, era proprio Starsky a spingere la carrozzella di Hutch e oggi è proprio lui che saluta l’amico e chiude per sempre l’album fotografico, anzi il selfie di una generazione che è diventata grande anche con loro due.