Cine4 – Oppenheimer – dal 1/5 al 5/5

Oppenheimer

mercoledì 1 maggio ore 21:00

giovedì 2 maggio ore 15:30 e 21:00

venerdì 3 maggio ore 21:00

domenica 5 maggio ore 15:30 e 21:00

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Regia di Christopher Nolan

Con Cillian Murphy, Emily Blunt, Robert Downey Jr., Matt Damon, Rami Malek

Genere Biografico, USA 2023, durata 180’

Classificazione età: +6
Classificazione contenuti: sesso

Sinossi:

Il film dedicato a Oppenheimer, lo scienziato che mise a punto la bomba atomica.
7 Premi Oscar, 5 Golden Globes, 7 BAFTA

Trailer:

Recensione di Pietro Masciullo – sentieriselvaggi.it

«È la bomba non esplosa, il pericolo che nessuno sapeva fosse reale… quella è la bomba che ha il potere di cambiare il mondo”. L’ultima frase di Tenet, pronunciata dal personaggio onnisciente di Robert Pattinson sul primo piano del protagonista John David Washington, sembra anticipare in maniera sin troppo nitida la quaestio etica al centro del successivo Oppenheimer. Andando a ritroso, proprio come in una scena di quel film, veniamo a conoscenza di un algoritmo che riesce a invertire l’entropia della materia rendendoci parte di una guerra del futuro. Un algoritmo inventato da una scienziata definita non a caso “l’Oppenheimer della sua generazione”. Ecco, che Christopher Nolan fosse un autore estremamente consapevole della sua sfera referenziale non è certo una novità, ma è comunque utile considerare Tenet e Oppenheimer come due universi paralleli e autoriflessivi messi in fertile dialettica. Nel primo il regista/sceneggiatore costruisce un personaggio senza nome e identità, totalmente ignaro di ogni evento (narrativo) che gli si scatena intorno, per poi renderlo letteralmente “il protagonista” di una missione che ha come scopo evitare l’apocalisse nucleare per “salvare il mondo da come avrebbe potuto essere”. In Oppenheimer fa l’esatto opposto: preleva un assoluto protagonista della storia novecentesca e lo fa diventare pian piano “lo spettatore” inerme e addolorato di un futuro ipotetico, il nostro, in cui grazie alle sue intuizioni l’umanità ha ormai acquisito il potere di decretare la sua estinzione. Insomma, due film speculari che ragionano sul delicatissimo rapporto tra scienza, etica, potere e informazioni, stressando ed esaltando il dispositivo cinematografico per produrre senso nell’unica dimensione posta in fuoricampo. Il nostro presente. Ma andiamo con ordine. Basandosi sulla fluviale e dettagliatissima biografia di Kai Bird e Martin J. Sherwin (American Prometheus, Premio Pulitzer nel 2006), Nolan rompe come di consueto ogni linearità d’azione e intreccia tre linee temporali nella vita del “padre della bomba atomica”: nel 1942 Robert Oppenheimer (Cillian Murphy nel ruolo della vita) è incaricato dal generale Leslie Groves (Matt Damon) di guidare il Progetto Manhattan per arrivare alla costruzione di una bomba a fissione nucleare prima della Germania nazista; nel 1954 la Commissione per l’Energia Atomica interroga Oppenheimer sulle sue passate frequentazioni con il partito comunista americano e sulla sua attuale ritrosia alla sperimentazione della bomba a idrogeno; infine, nel 1959, il segretario al commercio Lewis Strauss (Robert Downey jr.) viene ascoltato in varie audizioni del Senato americano sui suoi rapporti con Oppenheimer e su presunte manipolazioni di molte verità per meri fini personali (prima che ideologici). In queste tre linee temporali incontriamo decisivi personaggi storici (interpretati da un numero impressionante di divi, difficili anche da nominare in una singola recensione) che strutturano un mosaico stilisticamente e narrativamente troncato in due da un evento. O meglio, dall’Evento per antonomasia. La detonazione del primo ordigno nucleare della storia, il Trinity test del 16 luglio 1945 nel deserto di Los Alamos, esperimento che non solo cambierà il corso della Seconda guerra mondiale “ma cambia definitivamente il mondo” (come sintetizza il fisico danese Niels Bohr interpretato da Kenneth Branagh). Ecco il perfetto algoritmo nolaniano: tre linee temporali orizzontali (la scienza, il potere, la redenzione) e due blocchi verticali (divisi dalla bomba come rivelazione di un nuovo ordine mondiale). Nella notevole prima parte del film Nolan concepisce ogni inquadratura come estensione dello sguardo di un geniale fisico-teorico che utilizza la sua conoscenza per disarticolare la materia (decisivo in tal senso l’utilizzo della pellicola 70mm IMAX) riportandola a pura radiazione elettromagnetica (quindi a particelle di luce) con effetti di polverizzazione del visibile. Del resto, il ventenne Oppenheimer di Cambridge definisce i suoi studi come una “attività astratta”. Ecco che le immagini di Nolan (come mai prima) si aprono improvvisamente a dimensioni altre del sensibile seguendo disinvoltamente le suggestioni di Picasso, Stravinskij, T.S. Eliot, in una prima mezz’ora concepita come una sorta di sinfonia visiva di madeleine proustiane che arrivano paradossalmente dal futuro e comunicano solo messaggi di morte (proprio come in Tenet, appunto): “adesso sono diventato morte, il distruttore di mondi”. Sin dalla prima inquadratura, pertanto, Robert Oppenheimer riflettere sull’avvento della meccanica quantistica come sguardo necessariamente complesso sul mondo..»