Cine 4 – La vita è facile ad occhi chiusi

LA VITA E’ FACILE AD OCCHI CHIUSI

giovedì 12 maggio ore 15,30 e 21 – € 5,00 (€ 3,50 under 25)

LA VITA E’ FACILE AD OCCHI CHIUSI (Vivir es fácil con los ojos cerrados)

Genere: Commedia
Regia: David Trueba
Interpreti: Javier Cámara – Antonio, Natalia de Molina – Belén, Francesc Colomer – Juanjo, Ramón Fontserè – Ramón, Rogelio Fernández Espinosa – Bruno, Jorge Sanz – Padre di Juanjo, Ariadna Gil – Madre di Juanjo
Nazionalità: Spagna
Distribuzione: EXIT MEDIA (2015)
Anno di uscita: 2015
Origine: Spagna
Soggetto e sceneggiatura: David Trueba
Fotografia: Daniel Vilar
Musiche: Pat Metheny
Montaggio: Marta Velasco
Durata: 108′
Produzione: FERNANDO TRUEBA PRODUCCIONES CINEMATOGRÁFICAS, IN COLLABORAZIONE CON TVE E CANAL+

Soggetto:

Spagna 1966: la storia vera di un insegnante di inglese che prende la macchina e va a sud per incontrare il suo idolo John Lennon che, in piena crisi esistenziale, sta girando lì un film di Richard Lester. Al viaggio prenderanno parte anche due ragazzini in fuga dalle proprie famiglie, che il professore incrocia sulla sua strada.

Scarica qui la nostra scheda del film

Critica:

Per questo film che ha collezionato ben 6 Premi Goya (che costituiscono l’equivalente iberico dei David di Donatello), David Trueba, che all’epoca non era ancora nato, si è ispirato alla storia vera del professore di inglese Juan Carrión che incontrò John Lennon sul set del film di Richard Lester Come ho vinto la guerra e al quale chiese chiarimenti sui testi delle canzoni. Dopo quell’incontro (e forse grazie ad esso) gli LP realizzati dai Beatles riportarono sempre i testi delle canzoni. Trueba, grazie anche alle ottime prestazioni dei suoi interpreti ricostruisce con grande tenerezza quella situazione mostrando tre solitudini di età diversa che sono alla ricerca non solo di John Lennon ma anche (e soprattutto del senso della loro esistenza). Un’esistenza che è costretta a tentare di tracciare nuove strade sotto la cappa soffocante del franchismo.
Perché il verso che apre “Strawberry Fields Forever” (‘Life is easy with eyes closed’) rappresenta perfettamente la condizione esistenziale in cui la dittatura aveva costretto gli spagnoli. Era molto meglio non vedere (o, peggio ancora, fingere di non vedere) gli schiaffi dati agli allievi a scuola o le cariche della polizia al minimo tentativo di manifestazione popolare, fare cioè quello che avevano dovuto fare anche i venerati Beatles quando avevano suonato dinanzi al Caudillo Francisco Franco. Senza mai perdere il senso della misura, senza mai gridare ma con un solido senso della dignità e con una semplicità che ne connota le azioni, il professor Antonio offre una lezione di civismo e di civiltà ai due ragazzi non limitandosi però solo ad insegnare ma anche offrendogli la sua disponibilità all’ascolto. Rivelandogli solo alla fine il segreto di quale sia il soprannome che i suoi allievi hanno affibbiato a un docente che ha insegnato loro che qualche volta nella vita è necessario chiedere “Help!”.(Giancalo Zappoli , Mymovies.it)

“Una simpatica commedia spagnola molto premiata in patria (nonostante qualche buco di scrittura) (…) Da Trueba jr. una storia quasi vera, didascalica, postuma.” (Maurizio Porro, ‘Corriere della Sera’, 19 ottobre 2015)

“Coloratissima, sentimentale, blandamente picaresca, dominata dall’istrionismo ben temperato del fantastico Javier Cámara (…), una fiaba ispirata a una piccola storia vera che estrae con molto garbo piccoli frammenti di verità dagli anni meno luminosi della Spagna. Innocuo, piacevole, arcipremiato in patria.” (Fabio Ferzetti, ‘Il Messaggero’, 8 ottobre 2015)

“E’ una storia vera, e vero è che durante quel soggiorno John compose la famosa canzone. Il protagonismo dei piccoli destini sullo sfondo di grandi fatti: il franchismo ancora incombente, la promessa di un mondo più libero evocata dai quattro di Liverpool. Un po’ lezioso e scolastico l’incastro tra storia minuscola e Storia maiuscola, ma sprigiona simpatia.” (Paolo D’Agostini, ‘La Repubblica’, 8 ottobre 2015)

“Che bella sorpresa. (…) Tenerezza, umorismo e un pizzico di malinconia. Perfetto.” (Massimo Bertarelli, ‘Il Giornale’, 8 ottobre 2015)