Milano Movie week – Il vegetale

L’iniziativa è inserita all’interno della prima edizione di Milano MovieWeek (14-21 settembre 2018), la settimana dedicata al cinema promossa e coordinata dal Comune di Milano, Assessorato alla Cultura in collaborazione con Fuoricinema srl.

Il vegetale

Giovedì 20 settembre ore 15.30 – 21.00 (€ 5,00 – € 3,50 under 25)

Genere: Commedia
Regia: Gennaro Nunziante
Interpreti: Fabio Rovazzi (Fabio Rovazzi), Luca Zingaretti (Armando), Ninni Bruschetta (Ninni Rovazzi), Paola Calliari (Caterina), Matteo Reza Azchirvani (Vidar), Barbara D’Urso (se stessa), Alessio Giannone (Nicola), Rosy Franzese . (Nives Rovazzi)
Nazionalità: Italia
Distribuzione: The Walt Disney Company Italia
Anno di uscita: 2018
Data uscita Italia 18 gennaio 2018
Origine: Italia 2018
Sceneggiatura: Gennaro Nunziante
Fotografia: Fabio Zamarion
Musiche: Giancarlo Russo
Montaggio: Massimo Quaglia
Durata: 90′
Produzione: Pierluigi Crispino per Walt Disney Pictures
Tematiche: Famiglia, Famiglia – fratelli sorelle, Famiglia – genitori figli, Giovani, Lavoro
Valutazione: Consigliabile, Problematico, dibattiti

Soggetto:

Neolaureato milanese, figlio di un imprenditore furbo e abile, Fabio cerca una prima occupazione. Una ditta gli offre un impiego nella pubblicità. In realtà deve recapitare volantini nei condomini…

Valutazione Pastorale:

L’operazione si offre come un concentrato di buone intenzioni e di generosi propositi. La scelta di mettere al centro, come protagonista assoluto, Fabio Rovazzi, cantante di larga fama attraverso la rete, e di affidare la cornice produttiva alla Walt Disney, tradisce palesemente l’intento di confezionare un prodotto su misura per i giovani. La conferma è nella presenza in cabina di regia di Gennaro Nunziante, firma sicura e affidabile di tutti i film di Checco Zalone. Ma la differenza non è in realtà da poco. Tra la forte, spiazzante, debordante presenza di Zalone e il timido, incerto muoversi di Rovazzi passano non poche suggestioni in ‘diminuzione’: di arguzia, comicità corrosiva, imprevedibilità. Non era obbligatorio per l’esordiente Fabio muoversi sulla falsa riga del campione d’incassi pugliese, anzi il contesto narrativo e le dinamiche espressive conducono lungo tutt’altra direzione. Il copione funziona quando si tratta di mettere a nudo le difficoltà del protagonista solo di fronte al problema della ricerca del lavoro, la sua onestà e semplicità che si fanno ostacoli invece che vantaggi. Ma, detto questo, è il resto a pagare lo scotto di una progressiva fragilità espressiva, ad essere, per quanto simpatico e spiritoso, fin troppo debole e annacquato. Dal punto di vista pastorale, il film è da valutare come consigliabile, problematico e da approfondire con dibattiti.

Utilizzazione:

Il film è da utilizzare in programmazione ordinaria e in molte, successive occasioni, come proposta per parlare, con un racconto semplice, di argomenti importanti e attuali come il lavoro giovanile.

Scarica qui la nostra scheda del film

Critica:

… la commedia che vede Rovazzi protagonista e Luca Zingaretti e Ninni Bruschetta a spalleggiarlo, segue lo stile di humour pacato e genuino già ampiamente visto nelle passate opere di Nunziante con Zalone one man show. (www.stayned.com)

In cerca di un Zalone bis, Gennaro Nunziante bussa alla porta della popolarità YouTube di Fabio Rovazzi, canterino personaggio multiforme in cerca d’autore, nei panni del nullafacente e nulla tenente, esattamente come Checco. (Nicola Porro – corriere.it)

Mentre il cinema italiano piange un anno gramo e rimpiange gli incassi di Quo vado?, Gennaro Nunziante ci riprova sostituendo Checco Zalone con Fabio Rovazzi. Se il soggetto è lo stesso – la disoccupazione, attualmente il più frequentato dalla nostra commedia – i due protagonisti sono agli antipodi: il comico pugliese aggredisce gli eventi, e le gag escono dai modi in cui prova a piegarli; il giovane youtuber milanese, al contrario, li subisce. Tanto da essere chiamato “il vegetale” a causa della sua passività. In realtà Fabio Rovazzi (il personaggio è Fabio Piccolrovazzi, vero nome dell’interprete) non è passivo: è solo irriducibilmente onesto in un mondo di furbastri e mascalzoni, che non offre alcuna prospettiva a un ventiquattrenne di buona volontà laureato in scienze della comunicazione. (Roberto Nepoti – ‘La Repubblica’)

C’è un ventenne rachitico con faccia antica (sembra Duilio Del Prete di Amici miei più moro) in quel di Milano orfano di madre e con padre truffaldino. Il giovane, onesto, si chiama Fabio Rovazzi. È un novello “cenerentolo” (film prodotto da Disney) perché papà gli ha “regalato” pure sorellastra e matrigna russe. (Francesco Alò – ‘Il Messaggero’)

Dal quartiere Lambrate al cinema ci sono 151 milioni di clic sul video tormentone hip hop “Andiamo a comandare”. Star acqua & sapone del web, in tutta questa purezza e indubbia personalità Rovazzi e i suoi agenti si chiedono: ora, che fare? (Silvio Danese – ‘Quotidiano Nazionale’)

Il biglietto da visita di Fabio Rovazzi è ricco di numeri gloriosi. Solo l’anno scorso, il video di «Volare», in cui si esibisce al fianco di un recalcitrante Gianni Morandi, ha raggiunto oltre 95 milioni di views, più di 890mila like e un milione di iscritti al canale ufficiale di YouTube. Insomma, sul web, il fenomeno del ragazzo di Lambrate, nato a Milano nel gennaio del ’94, è inarrestabile. (Fulvio Caprara – ‘La Stampa’)

Le disavventure di un neolaureato, alle prese con le difficoltà del mondo del lavoro. E’ un film ingenuo, quasi candido, che ha il pregio di evitare il ricorso alla parolaccia. Nunziante non dirige Zalone e si vede, pur cercando, soprattutto nei primi venti minuti, di costruire un film come se fosse lui il protagonista. Invece, il convento passa Rovazzi, neanche peggio di tanti altri, ma impalpabile  (Maurizio Acerbi – ‘Il Giornale’)

Che a Gennaro Nunziante (regista e autore dei maggiori film di successo di Checco Zalone) piacessero le commedie a lieto fine, lo sapevamo. Che scegliesse questo genere anche per il giovane protagonista del suo nuovo film, «mister» Rovazzi, idolo dei ragazzini, non era così scontato. Eppure, con «Il vegetale», ancora una volta ci troviamo di fronte a una storia dei giorni nostri dove difetti e virtù della società vengono messi in risalto con il sorriso sulle labbra. In maniera leggera certamente, ma toccando un tema importante come quello dell’occupazione giovanile. Fabio Rovazzi (così si chiama pure nel film) è, infatti, un giovane laureato a pieni voti in Scienze della comunicazione, onesto e promettente, orfano di madre e con una storia di abbandono alle spalle, alla ricerca di una seria professione. Dopo aver superato brillantemente un colloquio di assunzione, finisce per distribuire volantini porta-a-porta a Milano, capitale del business italiano. Convocato al capezzale del padre (che non vede da diversi anni), in coma dopo un grave incidente, viene chiamato ad assumersi la responsabilità di dirigere gli affari «sporchi» di famiglia. Ma davanti all’occasione per dare una svolta alla sua vita, grazie al suo senso del dovere, Fabio «risistema» tutto preferendo la via della giustizia, per ritrovarsi poi stagista a raccogliere pomodori al Sud, in mezzo a tanti immigrati, addirittura prendendosi carico della sorellastra, frutto della relazione del padre con una donna russa, anche lei ricoverata in ospedale. Di fronte all’ennesima delusione, Fabio ne approfitterà per intraprendere la sua risalita, costruendo dal nulla una nuova professione. Nunziante ci offre così un’altra commedia divertente su cui riflettere; questa volta, forse, un po’ più «garbata» e davvero per tutti. Anche per i più piccoli. Con tanta speranza, quanto mai necessaria. Manca qualcosa, tuttavia, e proprio nel protagonista Rovazzi, che probabilmente ha ancora bisogno di essere «rodato» sui tempi comici, nonostante abbia la giusta faccia «buffa». Ma diamo a questi giovani la possibilità di crescere… Appunto. (Gianluca Bernardini, sdcmilano.it)