Cine 4 – Cyrano mon amour

Cine 4 – Cyrano mon amour

(Edmond)

mercoledì 29 gennaio ore 21 – giovedì 30 gennaio ore 15.30 e 21

Genere: Commedia
Regia: Alexis Michalik
Interpreti: Thomas Solivéres (Edmond Rostand), Olivier Gourmet (Constant Coquelin), Mathilde Seigner (Maria Legault), Tom Leeb (Léo Volny), Alice de Lencquesaing (Rosemonde Gérard), Dominique Pinon (Lucien), Simon Abkarian (Ange Fleury), Marc Andreoni (Marcel Floury), Alexis Michalik (Georges Feydeau), Blandine Bellavoir (Suzon), Guillaume Bouchède (Le Bret), Antoine Duléry (L’Arrogante), Clémentine Célarié (Sarah Bernhardt), Bernard Blancan (Client Raciste), Lionel Abelanski (Huissier), Nicolas Briançon (Jules Claretie), Igor Gotesman (Jean Coquelin), Lucie Boujenah (Jeanne)
Nazionalità: F/B
Distribuzione: Officine Ubu
Anno di uscita: 2018
Data uscita Italia 18 aprile 2019
Origine: Francia
Soggetto: Alexis Michalik
Sceneggiatura: Alexis Michalik
Fotografia: Giovanni Fiore Coltellacci
Musiche: Romain Trouillet
Montaggio: Anny Danché, Marie Salvi
Scenografia: Franck Schwarz
Costumi: Thierry Delettre
Durata: 109′
Produzione: Benamin Bjellecour, Vanessa Djian, Alain Goldman per Légende Films, Rosemonde Films, Umedia
Tematiche: Letteratura, Teatro
Valutazione: Brillante, Consigliabile, Dibattiti

Soggetto:

Dicembre 1897. A Parigi Edmond Rostand, giovane drammaturgo reduce da alcuni memorabili insuccessi, cede all’invito del celebre attore Costance Coqueline e accetta di scrivere una commedia da mettere in scena nel giro di tre settimane…

Valutazione Pastorale:

Il racconto della messa in scena di un testo destinato a diventare il più rappresentato nella storia del teatro francese è organizzato e proposto con un approccio di forte verità e di crescente emozione. “Ancora oggi nessuno – dice il regista nelle note introduttive- lo identifica come un luogo polveroso, barboso e pomposo. Al contrario il teatro è il luogo per antonomasia del sogno e dello straordinario. Penso che il teatro non sia un’arte che si pone in contrapposizione al cinema. Entrambi si possono amare, mescolare tra loro e frequentare la stessa passione.” E’ certamente indovinata l’idea di incorniciare il testo nelle tempeste e nelle ansie della sua creazione, le mille difficoltà patite da Rostand e i mille ostacoli superati, ingoiando rifiuti, dinieghi, ripensamenti. E’ ben descritto l’avvicinamento alla ‘prima’ in un clima di crescente incertezza, di stimolante confusione, di contraddizioni all’apparenza insuperabili. Il tutto poi nella cornice di una Parigi che, all’aprirsi del XX secolo ha proprio la veste della città da esposizione universale. Ne viene fuori un Cyrano di Bergerac (teatro) vecchio eppure sempre incredibilmente nuovo e moderno. Grazie ad una regia (il cinema, quindi) di grande intensità e bellezza formale. Quando teatro e cinema fanno a gara a chi è più vicino alla finzione e quindi ‘assomiglia’ di più alla vita. Dal punto di vista pastorale, il film è da valutare come consigliabile, brillante e adatto per dibattiti.

Utilizzazione:

Il film è da utilizzare in programmazione ordinaria e in molte successive occasioni come proposta per riflettere, ma in maniera leggera e divertente, sull’eterno, infinito, inesauribile rapporto tra cinema e teatro.

Scarica qui la nostra scheda del film

Critica:

Per lo più, i film che narrano la genesi di un’opera famosa sono ingessati e noiosetti. Tutto all’opposto di Cyrano mon amour: brillante, entusiastica, divertentissima (come definirla?) epopea della creazione di un capolavoro, Cyrano de Bergerac, impudicamente fantasiosa e che alla fine – per dirla con lo spadaccino dal grande naso – “tocca” anche lo spettatore più compassato. (…) Stesura e messa in scena dell’opera avvengono attraverso un gustoso gioco di specchi, dove il teatro imita la vita, tra deliziosi cammei (Cechov in un bordello) e toni alla Feydeau: che curiosamente, applicati a tutt’altro tema, non stonano affatto.” (Roberto Nepoti, La Repubblica)

Se ancora esiste un cinema di puro intrattenimento, di rapido consumo ma rifinito come dio comanda sotto tutti gli aspetti, “Cyrano mon amour” ne certifica l’esempio. Il trentaquattrenne franco-britannico Michalik è riuscito, in effetti, ad adattare e dirigere per lo schermo la propria pièce “Edmond” che al Théâtre du Palais-Royal aveva tenuto la scena per anni collezionando 700mila spettatori e cinque premi Molière: ispirato al fortunato “Shakespeare in love”, il film riscrive o meglio reinventa con brio degno della classica pochade la travagliata genesi del capolavoro teatrale “Cyrano de Bergerac” dal punto di vista dell’autore, il glorioso poeta e drammaturgo marsigliese Rostand. (Valerio Caprara, Il Mattino)

È un genio, ma ancora non lo sa. Il ventinovenne Edmond Rostand, per il momento, possiede solo tanti debiti, una famiglia da sfamare e la pagina bianca davanti a lui che non ne vuole sapere di riempirsi dei suoi versi. Un poeta in crisi creativa nera: quante volte lo abbiamo già visto? Il punto d’inizio è noto, tutto sta in come il regista si dedica allo svolgimento del tema. (Luigi Paini, Il Sole 24 Ore)

Un bel film, raffinato e brillante, per cui però è facile prevedere vita dura al botteghino. Due gli indizi: si parla di teatro e gli attori sono pressochè sconosciuti. Nella Parigi del 1897 l’indebitato scrittorello Edmond Rostand ha un’idea tanto fulminante quanto temeraria: mettere in scena, in versi, la storia del nasuto spadaccino innamorato Cyrano de Bergerac. (Massimo Bertarelli, Il Giornale)

È l’equivalente francese di ciò che Shakespeare in love è stato per il cinema inglese: un esempio riuscito e coinvolgente di corteggiamento e poi di fusione fra cinema e teatro, fra palcoscenico e set, tra la finzione e la vitaCyrano mon amour non è l’ennesima trasposizione della celebre pièce di Edmond Rostand (il pezzo teatrale più rappresentato al mondo). È piuttosto un making of, è il racconto “dietro le quinte” dei modi e dei tempi un po’ rocamboleschi che portarono il giovane e squattrinato drammaturgo Edmond Rostand a scrivere in poche settimane il suo capolavoro e a portarlo in scena con un’accoglienza trionfale al Théatre de la Porte Saint-Simon di Parigi il 28 dicembre 1897. (Gianni Canova, welovecinema.it)

Cyrano, Mon Amour di Alexis Michalik ci guida alla scoperta della storia che sta dietro alla pièce francese più famosa e vista di sempre. Nacque mentre anche il cinema nasceva. Là dove nasceva il cinema. A Parigi, nel 1897. La cosa bella è che Cyrano, Mon Amour è un film teatrale/sul teatro “mosso” come un comic movie. Forse anche di più. Al centro c’è il giovane Edmond Rostand. (Veronica Garbagna, Duels.it)

Il trattamento “Shakespeare in Love” (il brevetto spetta a Anthony Minghella, che vanta innumerevoli imitatori) applicato a Cyrano de Bergerac. In sintesi brutale: la storia del signore con il nasone innamorato di una certa Rossana, ma lei non ne vuol sapere perché bada alle apparenze. Cyrano farà da ghost writer per l’amico di bell’aspetto, ma incapace di suadenti parole d’amore. (Mariarosa Mancuso, Il Foglio)

Prima di essere un trionfo il Cyrano de Bergerac fu un supplizio. Il 28 dicembre 1897, a qualche ora dal debutto, il poeta e autore teatrale Edmond Rostand era convinto che la sua opera sarebbe stata un fiasco. Alla fine dei cinque atti Cyrano entrò nel pantheon letterario al fianco di Amleto e Don Chisciotte. (Mathilde Cesbron, Le Point)

Se il bacio «è un apostrofo rosa tra le parole t’amo», questo film sulla nascita del capolavoro di Rostand e la prima assoluta a Parigi il 28 dicembre 1897 è un onorevole e divertente memoir del legame indissolubile tra teatro e cinema, dichiarato anche nello scambio finale tra le scenografie di palcoscenico e le riprese in un reale chiostro nell’ultimo incontro tra Cyrano e Roxanne. (Silvio Danese, Quotidiano Nazionale)

Ci sono capolavori intramontabili, fuori dal tempo, che racchiudono una forza e un’originalità tanto forte da farli restare sempre attuali e appassionanti. Cyrano de Bergerac è sicuramente il primo indiscusso tra questi. Dal 1897, prima data di pubblicazione dell’opera, essa è stata riprodotta, modificata, attualizzata e citata un numero indicibile di volte, al fine sempre unico di riportare in auge ciò che il guascone più celebre del mondo rappresenta nel nostro immaginario collettivo. Anche quest’anno è stato chiamato in causa all’interno del grande e variegato mondo del cinema. (Francesca Pasculli, Sentieri Selvaggi)

Nella Parigi del 1897 Edmond Rostand (Thomas Solivéres), protagonista di Cyrano mon amour di Alexis Michalik, si muove come un paria dall’incerto futuro. Non ha un soldo, le sue opere in versi vengono irrise dai critici e ignorate dagli spettatori, mentre un certo Georges Feydeau (interpretato dallo stesso regista Michalik), all’apice del successo, lo maltratta in pubblico senza alcuna pietà. (Marina Visenti, Cult Week)

Come Dickens – L’uomo che inventò il Natale, il film di Michalik, enfant prodige del teatro francese, narra della creazione di un capolavoro decostruendolo, facendo delle sue componenti tracce sparse nella realtà esistenziale del suo artefice che questi raccoglie, collega e mette in forma. Così la genesi del Cyrano de Bergerac diviene un fantasioso viaggio a tappe. (Luca Pacilio, Film TV)

Cyrano, mon amour, di Alexis Michalik, è la storia di come e perché fu scritta la più celebre opera teatrale della storia della Francia. Non sorprende che, in Italia, il titolo sia tanto didascalico mentre, in madrepatria, sia solo “Edmond”, dal nome di Rostand, autore immortale del Cyrano de Bergerac. Peccato che all’inizio della pellicola, Edmond Rostand sia solo un poeta sull’orlo del fallimento, respinto da un pubblico che, a teatro, mal sopporta le sue prolisse opere in versi. Soltanto sua moglie riconosce ancora, sepolto da qualche parte, il talento dello scrittore predestinato. (Andrea Giovalè, La Rivista del Cinematografo)

“Solo la morte può impedire ad un attore di andare in scena”. È un Cyrano de Bergerac sfavillante, ribelle, totalizzante quello che vedremo nelle sale italiane il 18 aprile in Cyrano mon amour. “In fin della licenza io tocco” sì. Il nasone invadente pure. Anche il balcone con sopra l’amata e sotto l’amante che ripete i versi del suggeritore nascosto. (Davide Turrini, Il Fatto Quotidiano)

Dopo una lunga serie di versioni cinematografiche del capolavoro di Edmond Rostand – tra le più note Roxanne con Steve Martin e Cyrano de Bergerac con Gérard Deparclicu – il 18 aprile arriva al cinema Cyrano mon amour, il making of parecchio romanzato di uno dei maggiori successi del teatro francese e mondiale di sempre. Il film è un piacevole bignami sulla tradizione del teatro di una volta. (Enrica Brocadoro, Vanity Fair)

Parigi, dicembre 1895. Edmond Rostand (Thomas Solivérés), giovane autore teatrale squattrinato e poco apprezzato, può contare solo sul sostegno della moglie Rosemonde (Alice de Lencquesaing) e dell’attrice e intellettuale Sarah Bernhardt (Clémentine Célarié). Dopo un paio d’anni, suggerendo versi d’amore a un amico, ha però l’illuminazione per un nuovo testo, Cyrano de Bergerac, vagamente ispirato all’omonimo scrittore dimenticato nonché soldato francese del Seicento. Quando l’arte imita la vita (e viceversa). (Luca Barnabè, Ciak)

Il nome di Alexis Michalik è più conosciuto a teatro, dove il suo spettacolo dedicato a Edmond Rostand e alla creazione del Cyrano de Bergerac ha ottenuto 5 premi Molière nel 2017: Cyrano, mon amour ne è l’adattamento cinematografico. Cyrano è una delle opere più famose della letteratura francese e ha ispirato numerosi adattamenti. Michalik ci porta dietro le quinte, invitandoci a scoprire com’è nato il testo fino alla prima rappresentazione a fine ‘800. (Silvia Angrisani, Vivi il Cinema)