Cine 4 – Aquile randagie

Cine 4 – Aquile randagie

mercoledì 26 gennaio ore 21 e giovedì 27 gennaio ore 15.30 e 21

Acquista QUI il tuo biglietto

Genere: Storico, Drammatico
Regia: Gianni Aureli
Interpreti: Teo Guarini, Alessandro Intini, Romeo Tofani, Ralph Palka, Marco Prates
Nazionalità: Italia
Distribuzione: Cinecittà Luce
Anno di uscita: 2019
Data uscita Italia 30 settembre 2019
Soggetto: Gianni Aureli
Sceneggiatura: Massimo Bertocci
Musiche: Mirko Fabbreschi, Manfredi Giampietro – Il brano “Aquile Randagie” è stato scritto da Stefano “Cisco” Bellotti
Durata: 107’
Produzione: Francesco Losavio (Finzioni Cinematografiche)

Soggetto:

Aquile Randagie narra una storia ambientata nel ventennio fascista: tutte le associazioni giovanili sono chiuse per decreto del Duce, anche l’associazione scout italiana. Un gruppo di scout decide di dire di no e fonda le Aquile Randagie, giovani e ragazzi che continuano le attività scout in clandestinità, per mantenere la Promessa: aiutare gli altri in ogni circostanza. Dopo il 1943, i ragazzi danno vita al movimento scout clandestino che supporterà la resistenza fino alla fine della guerra. Insieme ad alcuni docenti del collegio S.Carlo, le Aquile Randagie entrano a far parte di OSCAR – Organizzazione Scout Cattolica Assistenza Ricercati, riuscendo a far scappare in Svizzera più di 2000 persone ricercate dai nazifascisti.

Critica:

Chi sono le Aquile Randagie? No, non sono dei pennuti erranti, ma un gruppo di scout di Milano e di Monza che decisero di ribellarsi alla decisione del fascismo di chiudere tutte le associazioni giovanili che fossero differenti dall’Opera Nazionale Balilla. Questi ragazzi, guidati da Andrea Ghetti e Giulio Cesare Uccellini, continuarono la loro attività scout in clandestinità mantenendo la promessa di aiutare gli altri in ogni circostanza e supportando la resistenza fino alla fine della guerra. Una storia del nostro paese bella e poco conosciuta che ci viene raccontata dal regista Gianni Aureli nella sua opera prima con grande documentazione (anche se la parte narrativa è un po’ sacrificata rispetto a quella rappresentativa con riprese aeree sulle vallate e le cime della Val Codera). Nel cast tanti attori giovanissimi (e non), tra cui Teo Guarini, Alessandro Intini, Romeo Tofani, Ralph Palka, Anna Malvaso, Marco Pratesi, Marc Fiorini e Pietro De Silva. Fedeli (alla promessa) e ribelli (al regime) questi ragazzi sfidarono il fascismo per anni, portando avanti gli ideali di solidarietà e speranza propri dell’Associazione Scout. La lotta partigiana non fu monocolore, ma ad essa contribuirono diverse realtà, non ultima quella dello scoutismo. Ecco, questo film, realizzato grazie al crowdfunding, recupera questa parte di storia che è stata fondamentale nel nostro paese e ci ricorda che all’odio non bisogna mai rispondere con la stessa modalità. Un film diretto ai ragazzi e al loro spirito ribelle perché “per essere fedeli bisogna essere ribelli”. (Giulia Lucchini, La Rivista del Cinematografo)

Lo scoutismo in Italia esiste dal 1916, ma durante il ventennio fascista Mussolini scioglie ogni forma di associazionismo estranea al regime. Un gruppo scout, ribattezzatosi Aquile randagie, continua a riunirsi in clandestinità; quando scoppia la guerra aiuta la Resistenza sui sentieri di montagna e dopo il conflitto protegge i fascisti da regolamenti di conti. (Alice Cucchetti, Film TV)

Nell’immenso archivio depositato nella memoria collettiva, nonostante gli anni trascorsi dalla fine della seconda guerra mondiale, si trovano ancora racconti in cui il coraggio dimostrato dai protagonisti ha saputo rendere indimenticabile le loro vite tanto da essere degne di essere ricordate.
Aquile randagie, distribuito da Cinecittà Luce e diretto da Gianni Aureli, trae evidentemente origine da questa semplice, ma sempre valida deduzione e si dedica, con passione indubbia, al racconto di un episodio che vide come protagonisti alcuni giovani milanesi e monzesi componenti del gruppo Scout Aquile Randagie. Le leggi di Mussolini avevano reso fuorilegge l’associazione scoutistica, all’epoca di esclusiva appartenenza cattolica. Andrea Ghetti e Giulio Cesare Uccellini, detto Kelly, sfidando la legge ingiusta continuarono a svolgere le loro attività in clandestinità, fondando le Aquile Randagie che avevano come luogo di riunione segreto la Val Codera. I ragazzi non passarono inosservati, ma le violenze dei fascisti non riuscirono a fermarli. Dopo il 1943 insieme ad alcuni docenti del collegio San Carlo di Milano, alcuni preti più sensibili, tra i quali don Giovanni Barbareschi, e dissidenti rispetto ad all’apparato Curiale più distante da queste attenzioni, le Aquile Randagie hanno fatto parte di OSCAR – Organizzazione Scout Cattolica Assistenza Ricercati e con la loro attività riuscirono a far superare il confine svizzero a più di 2000 persone tra ebrei e perseguitati. Il loro giuramento sarà adempiuto completamente con il salvataggio di alcuni militari tedeschi e italiani autori di violenze, ricercati dai partigiani, chiedendo per loro una giusta pena con un processo giusto. Il resto è storia di giovani scout divenuti soldati dispersi, morti seppelliti in Africa o chissà dove. Il merito principale del film è di avere ricordato i fatti, avere restituito dignità alla memoria di questi nomi e di avere reso pubblico un atto di coraggio con il quale migliaia di vite sono state salvate o almeno sottratte ad una legge ingiusta e discriminatoria. Se da questo profilo metafilmico, si giunge a quello che costituisce la forma e l’estetica del film, è fuori di dubbio che bisognerà adeguare su altri parametri ogni conseguente giudizio. Il film persegue intenti precisi e queste intenzioni, ove non fossero evidenti, sono sintetizzate nelle parole dell’autore che nelle sue note di regia chiarisce: I motivi per raccontare un film sulle Aquile randagie sono quindi molteplici: raccontare una parte di storia d’Italia che in ben pochi conoscono, rendere omaggio a una storia di coraggio realizzata da giovani, essere d’ispirazione per i giovani di oggi. Si tratta di un film diretto ai giovani, che vuole parlare loro con le parole dei giovani di un’altra epoca, quando un altro mondo sembrava impossibile, ed invece il cambiamento si realizza proprio grazie a loro: forse eroi, certo giovani fedeli e ribelli. Aquile randagie è quindi un racconto pedagogico il cui centro della narrazione è l’etica scout, che diventa, nella sua declinazione più generale, pietra angolare, nella sintesi più evangelica della concezione della vita. La tensione del film si rivolge tutta verso una solidarietà che è autentica e peraltro assai comune, ma non meno commovente, in quegli anni bui in cui i diritti umani delle minoranze in Italia non avevano alcuna tutela. Tutto avviene dentro una narrazione senza scosse e imprevisti, ma anche senza sorprese. Aquile randagie, fatta salva ogni intenzione benevola legata al sacrificio di questi giovani di cui scorreranno le foto autentiche sui titoli di coda, soffre, diremmo quasi necessariamente, di un impianto televisivo evidente che determina anche una recitazione (soprattutto di alcuni interpreti) adattata a quel mezzo con una sorta di necessaria, ma a volte didascalica espressività insistita. La recitazione non a fuoco di alcuni degli interpreti, purtroppo appesantisce spesso le sequenze e si attenuano le buone intenzioni anche di ricostruzione degli ambienti e dei costumi. Non sono infatti da trascurare le ambientazioni cittadine che sembrano reinventare per l’occasione Milano tra vicoli e luoghi anonimi, polverosa e spaziosa nella sua semplice ricostruzione. Il problema del film è l’assoluta “necessità” narrativa, come se non ci fosse altro oltre lo scorrere dei fatti, un vizio televisivo che penalizza l’impianto generale del film che resta comunque un ottimo documento per una storia importante e tutt’altro che banale. È come se si avesse bisogno, ogni tanto di pause dall’affollamento dei fatti pur scanditi da date e luoghi precisi, una pausa che diventi riflessione e permetta una maggiore familiarizzazione con i personaggi. Il film utilizza sicuramente una messa in scena semplice, senza fronzoli e immaginiamo facendo di necessità virtù per un film che si sicuramente è stato fortemente voluto. In questo senso Aquile randagie resta utile per un suo utilizzo divulgativo che non è cosa da poco, utile ad incrementare la conoscenza e la volontà di quegli uomini che hanno reso oggi possibile la nostra vita libera. Al di là quindi di ogni evidente debolezza, di ogni incertezza di scrittura e di recitazione e di ogni altro aspetto, Aquile randagie ha il merito di riaprire gli archivi della storia per rispolverare una vicenda che appartiene alla nostra trascurata memoria e per ravvivarla non è mai troppo o troppo banale quello che si fa, anche un film un po’ incerto, un po’ enfatico, ma pieno di nomi e cognomi tutti veri. (Tonino De Pace, Sentieri Selvaggi)

Uscito nei cinema lunedì, come evento e con un bel riscontro di spettatori, avrà però una vita lunga e tante proiezioni “Aquile randagie” di Gianni Aureli. Un film che è tra i migliori esordi italiani dell’anno e può vantare diversi meriti, oltre a portare per la prima volta sullo schermo le vicende del gruppo milanese di scout in clandestinità negli anni del fascismo. (Nicola Falcinella, La Provincia di Como)