Cine 4 – La forma dell’acqua -The shape of water

Cine 4 – La forma dell’acqua – The shape of water

(The shape of water)

giovedì 31 maggio ore 15.30 e 20,45 – € 5,00 (€ 3,50 under 25 e convenzionati)

  • LEONE D’ORO, PREMIO FUTURE FILM FESTIVAL DIGITAL AWARD, PREMIO C. SMITHERS FOUNDATION – CICT-UNESCO E PREMIO SOUNDTRACK STARS AD ALEXANDRE DESPLAT ALLA 74. MOSTRA INTERNAZIONALE D’ARTE CINEMATOGRAFICA DI VENEZIA (2017).
  • GOLDEN GLOBES 2018 PER: REGIA E COLONNA SONORA. ERA CANDIDATO ANCHE PER: MIGLIOR FILM DRAMMATICO, ATTRICE PROTAGONISTA (SALLY HAWKINS), ATTRICE E ATTORE NON PROTAGONISTI (OCTAVIA SPENCER, RICHARD JENKINS) E SCENEGGIATURA.
  • OSCAR 2018 PER: MIGLIOR FILM, REGIA, COLONNA SONORA, SCENOGRAFIA. ERA CANDIDATO ANCHE PER: MIGLIOR ATTRICE PROTAGONISTA (SALLY HAWKINS), ATTORE (RICHARD JENKINS) E ATTRICE (OCTAVIA SPENCER) NON PROTAGONISTI, SCENEGGIATURA ORIGINALE, FOTOGRAFIA, MONTAGGIO, , COSTUMI, MONTAGGIO E MISSAGGIO SONORO.
Genere: Drammatico
Regia: Guillermo del Toro
Interpreti: Sally Hawkins (Elisa Esposito), Michael Shannon (col. Richard Strickland), Richard Jenkins (Giles), Doug Jones (uomo anfibio), Michael Stuhlbarg (dott. Robert ‘Bob’ Hoffstetler/Dimitri), Octavia Spencer (Zelda Delilah Fuller), Nick Searcy (gen.le Frank Hoyt), David Hewlett (Fleming), Lauren Lee Smith (Elaine Strickland).
Nazionalità: Stati Uniti
Distribuzione: 20th Century Fox Italia
Anno di uscita: 2018
Data uscita Italia: 14 febbraio 2018
Origine: Stati Uniti (2017)
Soggetto: Guillermo del Toro
Sceneggiatura: Guillermo del Toro, Vanessa Taylor
Fotografia: Dan Laustsen  (Scope/a col.)
Musiche: Alexandre Desplat
Montaggio: Sidney Wolinsky
Durata: 123′
Produzione: Guillermo del Toro, J. Miles Dale
Giudizio: Complesso/problematico/dibattiti **
Tematiche: Donna; Lavoro; Libertà; Metafore del nostro tempo; Politica-Società; Potere; Storia;

Soggetto:

Baltimora, 1962. Elisa Esposito, donna affetta da mutismo causa la recisione delle corde vocali sa bambina, lavora come addetta alle pulizie in un laboratorio governativo dove si svolgono esperimenti per contrastare la Russia durante la Guerra Fredda. Qui arriva un giorno una cisterna contenente una creatura anfibia dall’aspetto umanoide…

Valutazione Pastorale:

Quante persone, di non elevata preparazione ma di indiscusso valore sociale erano nascoste nei meandri di luoghi di lavoro tra spreco e sacrificio, eseguendo ordini senza ribattere e senza protestare, ma osservando, ascoltando e pensando? L’America a cavallo tra ’50 e ’60 era così, popolazione ordinata e insieme capace di reazioni, e soprattutto di sogni. Al sogno si affida Elisa, donna delle pulizie quando per caso si imbatte in uno strano essere tra il mostruoso e il pauroso, che viene tenuto nascosto e isolato con la prospettiva di eliminarlo. Il senso di protezione scatta immediato. Elisa prende per l’imprevista creatura anfibia una infatuazione come un sentimento di difesa e di protezione, che la induce a fare qualcosa per salvargli la vita. Sulla presenza di un ‘altro’, diverso e tale da incutere paura, si snoda il racconto. Che gioca a corrente alternata sulla diffidenza, sul timore mai sopito dei nemici sconosciuti dell’America, sui cittadini di diversa definizione, sul pericolo ‘comunista’ più che mai incombente. Elisa, all’inizio timida e poi via via più coraggiosa, affronta i rischi di una reazione seria e spavalda, una prova di forza che gli mette contro il capo/padrone. E’ bravo del Toro a scandire dentro i toni di una favola dai colori neri e paurosi i ritmi di una tensione forte e incontrollabile, tra durezza e amarezza esistenziale. Il film scorre pieno di suspence, di angoscia, di aperture verso un cambiamento, alleggerito da colori forti, da un clima ‘noir’ con molti fremiti e paure inconsce. Ne esce un ritratto di un’America anni Cinquanta serio e credibile, anche se plasmato dalla visionarietà onirica della fiaba. Diretto con polso e vigore creativo notevoli, il film ha ottenuto a Venezia quel Leone d’oro che ha segnato il definitivo lancio del regista messicano a livello internazionale. Dal punto di vista pastorale, il film è da valutare come consigliabile, problematico e adatto per dibattiti.

Utilizzazione:

il film è da utilizzare in programmazione ordinaria e in molte successive occasioni come prodotto americano che si colloca sul fronte della metafora originale e convincente.

Scarica qui la nostra scheda del film

Critica:

“È una favola ultraterrena, una storia d’amore pura e semplice. Un racconto in cui i buoni sono buoni e i cattivi sono cattivissimi (non a caso è ambientato sullo sfondo dell’America della Guerra Fredda), in cui i sentimenti fra una donna delle pulizie muta e un mostro solo all’apparenza spaventoso sono dipinti con gentilezza e in cui la semplicità diventa purezza. Un antidoto grazie al quale il suo autore vorrebbe contrastare il cinismo imperante e l’ossessione deleteria nei confronti del progresso, del futuro. Una dichiarazione di poetica, un testamento visivo: la messa in scena di un’idea.” – (F. Ruzzier – Cineforum.it)

“(…) Al di là di tutte le interpretazioni metaforico-cinefile-allegoriche-etico-politiche che ne sono state date, il film di Guillermo Del Toro premiato con il Leone d’Oro alla Mostra del cinema di Venezia è prima di tutto un film su qualcosa (l’acqua) che non esiste se non in forma fluida, mutevole, cangiante e sempre determinata dal rapporto  spaziotemporale con i corpi che la contengono o la penetrano. Dalle profondità sottomarine dell’incipit alla vasca da bagno nella casa della protagonista via via fino alla “piscina” in cui è contenuta la “creatura” e alle gocce di pioggia che si rincorrono sui vetri dopo che la Bella e la Bestia hanno fatto l’amore, sembra di vivere in un film surrealista degli anni Venti. Il termine ‘surrealista’ non è usato a caso: il mondo che Guillermo del Toro mette in scena sembra simile a certi universi liquidi di Salvador Dalì, ridisegnati con un  occhio attento alle riprese subacquee di L’Atalante di Jean Vigo..” – (G. Canova – Welovecinema.it)