Cine 4 – Vedete, sono uno di voi

Cine 4 – Vedete, sono uno di voi

giovedì 22 marzo ore 15.30 e 20,45 – € 5,00 (€ 3,50 under 25 e convenzionati)

  • RICERCHE D’ARCHIVIO: NATHALIE GIACOBINO.
  • ARCHIVI AUDIOVISIVI: ARCHIVIO STORICO LUCE, RAI COM, RSI RADIOTELEVISIONE SVIZZERA DI LINGUA ITALIANA, CENTRO TELEVISIVO VATICANO, TELENOVA-MULTIMEDIA SAN PAOLO, ZDF.
  • ARCHIVI FOTOGRAFICI: ARCHIVIO DELLA PONTIFICIA UNIVERSITÀ GREGORIANA, ARCHIVIO STORICO DIOCESANO DI MILANO, CONTRASTO, OLYCOM, ARCHIVIO FOTOGRAFICO FAMIGLIA MARTINI, RAI COM.

Genere: Documentario
Regia: Ermanno Olmi
Interpreti: card. Carlo Maria Martini (1927-2012).
Nazionalità: Italia
Distribuzione: Istituto Luce Cinecittà
Anno di uscita: 2017
Data uscita Italia: 16 marzo 2017
Origine: Italia (2017)
Soggetto e sceneggiatura: Marco Garzonio, Ermanno Olmi
Fotografia: Fabio Olmi (Panoramica/b&n,colore)
Musiche: brani da Giuseppe Verdi, Fabio Vacchi
Montaggio: Paolo Cottignola
Durata: 76′
Produzione: Istituto Luce Cinecittà con Rai Cinema.
Giudizio: Raccomandabile/realistico/dibattiti ***
Tematiche: Bibbia; Cinema nel cinema; Evangelizzazione-missione; Giustizia; Tematiche religiose; Terrorismo;

Soggetto:

Carlo Maria Martini, il ragazzo che ben presto asseconda la propria vocazione di dedicarsi al sacerdozio, e arriva ad essere pastore della Chiesa di Milano, visto dall’infanzia in Piemonte al lungo periodo milanese, dal 1907 al 2012. In mezzo, oltre mezzo secolo di storia italiana, la prima e la seconda guerra mondiale, fascismo e postfascismo, la Repubblica, il boom economico, il terrorismo, la scelta di ritirarsi in Terra Santa…

Valutazione Pastorale:

Carlo Martini, futuro cardinale, comincia a raccontare e arriva la sorpresa ‘forte’: la voce è quella dello stesso Ermanno Olmi. Che ha deciso di affiancarsi a Martini nel modo più diretto. Martini presta la propria vita a Olmi; il regista la riceve e la restituisce sullo schermo con la forza dello sguardo e l’intensità dell’autore che usa parola e immagine per allargare la comprensione del segno e della comunicazione. La selezione dei materiali d’archivio (tratti dall’Archivio Storico dell’Istituto Luce, e altri) offre una ampia possibilità di scelta sulla quale Olmi (con la collaborazione di Marco Garzonio) impone il rigore e il metodo dell’uomo di cinema severo e lucido. In più momenti il racconto scorre semplice e intenso, a tal punto carico di densità narrativa da creare una perfetta sintonia tra il personaggio e l’autore. Di fatto l’intensità spirituale di Martini, il suo essere uomo di una Chiesa aperta e consapevole, trova un perfetto corrispettivo nel racconto di Olmi, nel suo snodare le fasi della vita come quelle di un passaggio delle stagioni, come fosse tra le opere e i giorni di una alta opera di artigianato contadino. L’uomo resta al centro della riflessione e della meditazione: l’uomo e la sua presenza al centro del creato, l’uomo fatto a immagine e somiglianza di Dio. Martini acquista a poco a poco forza e robustezza di fede, di verità, di preghiera. E Olmi gli è accanto, perché il risultato finale è quello di un prodotto così bello, forte, provocatorio da poter essere usato senza dubbio in funzione catechistico-educativa. Anzi, se mai esiste un film con valenza missionaria, questo può essere annoverato tra quelli. Al punto che, dal punto di vista pastorale, può essere valutato come raccomandabile, realistico e adatto per dibattiti.

Utilizzazione:

il film è da utilizzare in programmazione ordinaria e in molte altre circostanze, come avvio ad una riflessione sul card. Martini, su Olmi, sul rapporto tra cinema e documento, su storia e religione, su tutti quei momenti nei quali l’immagine incontra la religione e insieme provano a comunicare la buona novella.

Scarica qui la nostra scheda del film.

Critica:

“Realizzato in strettissima collaborazione con Marco Garzonio – che del cardinale continua a essere il più autorevole conoscitore e interprete – ‘vedete, sono uno di voi’ è qualcosa di più complesso rispetto al pur accurato documentario che ci si potrebbe aspettare. La mole dei materiali d’archivio è imponente e proviene in gran parte dalla dotazione di Istituto Luce – Cinecittà, che ha prodotto il film insieme con Rai Cinema. A scandire il racconto sono però le riprese appositamente effettuate da Olmi, che riserva per sé anche il ruolo del narratore. Le parole che ascoltiamo appartengono tutte, rigorosamente, a Martini: sono tratte dai suoi scritti, riprese dalle interviste, a volte ricavate da interventi estemporanei. Ma la voce che ascoltiamo è quella di Olmi, riconoscibilissima nella tonalità un po’ roca, nella cadenza lombarda che in più di un’occasione provoca un salutare sfasamento nel confronto con l’originale. Di sequenza in sequenza, questo diventa sempre più il Martini di Olmi. E di Garzonio, certo, il cui contributo risulta decisivo non sono nel certosino lavoro di cucitura delle citazioni, ma anche nella visione complessiva del racconto biografico. (…) Il ritratto che ne risulta ci restituisce un Martini forse meno convenzionale, ma non per questo meno somigliante. Olmi – che riutilizza molte scene tratte dai suoi stessi film, in particolare da ‘E venne un uomo’, su Giovanni XXIII, e l’ancora attualissimo reportage poetico ‘Milano 83’ – insiste sulla dimensione sociale e civile della testimonianza di Martini (…). La dimensione spirituale è tutt’altro che trascurata, come dimostra l’attenzione riservata al metodo introspettivo della lectio divina, ma non è mai isolata dal tumulto della storia (…).” (Alessandro Zaccuri, ‘Avvenire’)

“(…) il film, col tocco magico di Olmi che rende interiore un movimento di macchina, uno sguardo, anche uno spezzone di storia, è un viaggio nel passato non rimosso (…) una biografia ufficiale del grande mistico e padre della Chiesa (Olmi dixit) che si snoda e si confonde con quella dell’autore e la storia del suo cinema in cerca di capire il presente in cui viviamo. Ragioni sufficienti per non perderlo.” (Maurizio Porro, ‘Corriere della Sera’)

“(…) un documentario che, con il suo firmatissimo montato di immagini, è anche una densa summa del cinema del regista asiaghese. Non che Olmi si sostituisca al suo protagonista, di cui segue con sintetica sapienza narrativa le fasi di vita, dall’infanzia serena all’illuminato vescovato di Milano; ma è chiaro che fra i due esiste un legame. (…) Tradotto in operato religioso questo è il mondo del Cardinale Martini; sublimato poeticamente sullo schermo questo è il mondo di Olmi.” (Alessandra Levantesi Kezich, ‘La Stampa’)

“Con delicatezza e pudore, ritrovando la poesia di un tempo, Ermanno Olmi racconta vita e vocazione del cardinale Carlo Maria Martini (…). Magnifiche immagini d’epoca, in bianco e nero, in gran parte dalle Teche Rai e dagli archivi vaticani, accompagnano la cronistoria delle vicende umane e religiose di un grande, pur se discusso, uomo di Chiesa, cui dà voce, con il suo riconoscibilissimo timbro, pacato e sereno, lo stesso regista.” (Massimo Bertarelli, ‘Il Giornale’)

“Il rischio dell’agiografia era sensibile: come raccontare il cardinale Carlo Maria Martini (…) senza farne un santino? Semplice, mettendo un peso massimo della cultura, e della spiritualità, sull’altro lato della macchina da presa: Ermanno Olmi. L’ottantacinquenne regista ha scritto, a quattro mani con il giornalista Marco Garzonio, e diretto il documentario ‘vedete, sono uno di voi’ (…). Pregio ineludibile del film, che riconsegna il cineasta di Treviglio in splendida forma a tre anni di distanza da ‘torneranno i prati’, è il suo essere non solo un Martini secondo Olmi, bensì un Olmi secondo Martini (…).” (Federico Pontiggia, ‘Il Fatto Quotidiano’)

“Come succede nei progetti meditati di autori profondi, dotati di forte personalità artistica e civile, man mano che la voce di Ermanno ci accompagna nella biografia di Martini diventa difficile distinguere le parole del cardinale, la loro pregnanza e chiarezza, dal bisogno di Olmi di riconoscersi, di pronunciarle e trasmetterle alla platea. Con toccanti incursioni d’archivio tra storia e cronaca dagli anni ’30 a oggi (…) è la parabola di Olmi sul ‘900 in accordo con l’insegnamento spirituale ed etico di Martini.” (Silvio Danese, ‘Il Giorno – Milano’)